Finalmente riesco ad organizzare un tour a Treviso.

Sapevo che è una città stupenda, ho provato sempre ad organizzarmi con qualcuno per visitarla ma alla fine non sono mai riuscita, ma ora l’ho capito: da sola, zaino in spalla, si va ovunque!

Oggi poi sono anche super organizzata!
Dopo le ultime esperienze, in cui mi sono fatta un sacco di chilometri a piedi, mi sono attrezzata!

Parcheggiata la macchina, Io e il mio “bolide” siamo ora inseparabili.
Voglio darle un nome, devo decidere e vi farò sapere…

Arrivo in centro e mi rendo subito conto che quello che mi avevano detto era vero: Treviso è una città che sembra ferma ad altri tempi, romantica, calda, magica. Me ne innamoro subito….

Noto che è una città a misura d’uomo e che, per i suoi canali, per le sue vie e per la sua architettura assomiglia molto a Venezia anche se, fortunatamente, è molto meno affollata!

Parcheggio “bolide” e mi dirigo verso Piazza dei Signori, il centro della città.

Il suo nome deriva dalla presenza di palazzi nobiliari tra cui il Palazzo del Podestà, sovrastato dalla Torre Civica e il Palazzo del Trecento.

Il Palazzo del Trecento, oggi sede del consiglio comunale, assume questo nome dai 300 membri del maggior consiglio che si riunivano qui un tempo.
Noto i dipinti sulle arcate e mi soffermo su tutti i particolari perché voglio davvero assaporare appieno la città.

Il Palazzo dei 300 crollò quasi totalmente durante i bombardamenti della guerra e venne successivamente ricostruito. Si notano chiaramente i segni della ricostruzione.

Salendo la scalinata del palazzo (dove su un gradino calpesto questa incisione) posso vedere dall’alto la statua della Teresona, simbolo di indipendenza della città.

Sono scoppiata a ridere quando ho letto che il nome “Teresona” le è stato dato amichevolmente degli abitanti del paese perché sembrava una negoziante del luogo che si chiamava così.

Visto che l’abbiamo presa in ridere vi lascio anche la mia interpretazione: “la Teresona in veste da supereroina” Con la sua arma magica che difende l’umanità!

Sotto al portico del palazzo del trecento trovo, assieme alla statua del patrono di Treviso, la famosa statua delle tette, l’originale (la riproduzione la vediamo dopo!)
Una fontana, la cui costruzione venne ordinata dal Podestà nel 1559 e completata l’anno seguente.
La fontana era posta in una nicchia alla base del palazzo del Pretorio ed era alimentata dall’acqua del canale Cagnan.
La consuetudine era che, quando un nuovo potestà veneto entrava in carica, per tre giorni da un seno di questa fontana sgorgava vino bianco e dall’altro vino rosso. Venne rimossa alla caduta della Serenissima nel 1979 e successivamente conservata dove si trova ora.

Non posso fare a meno di guardare e fotografare le vetrine bizzare e sciccose dei negozi di Calmaggiore, la via dello shopping e fermarmi ad uno specchio per un selfie di consuetudine.

Arrivo ora alla loggia dei cavalieri, un grande porticato in cui un tempo si riunivano i nobili e i cavalieri.
C’è un gran via vai di gente che la attraversa e soprattutto noto che è un punto di ritrovo per i ragazzi che si siedono e chiacchierano felicemente sedendosi sui muretti della loggia.
Anche qui ci sono un sacco di dipinti sui muri, anche se purtroppo molto rovinati.

Cammino ora tra le viuzze del paese, proseguendo tra Calmaggiore e le vie laterali.
Sbircio qua e la e di nuovo mi attraggono le vetrine variopinte dei negozi. Ci sono un sacco di negozi di prodotti tipici e quasi tutti i negozi sono a tema autunnale.

Non mancano poi le pasticcerie che propongono il “Tiramisù“, lo sapevate che è il dolce tipico di Treviso?

Vengo catturata da un pub a tema “Halloween” e da una vetrina dedicata …a me…

A seguito posto alcune foto che parlano da sole della città.
Tanti portici, tanti locali, palazzi decorati e bellissimi.
Non la trovate adorabile?

Mi perdo ad ammirare tutto questo splendore e affascinata perdo un po’ il mio itinerario, tornando sui miei passi prendo la Galleria della Strada Romana e arrivo alla Fontana delle Tette, la copia dell’originale vista prima.
Inutile dire che ci sono un sacco di persone che la fotografano e attingono acqua, la trovo sinceramente un po’ triste e sapete perchè? Guardate cosa c’è dietro… pensate a tutti i fotografi che postano questa foto, quanta pubblicità gratis per questo noto brand di abbigliamento!
Faccio la foto di rito pure io ma decido di dare anche la mia versione, inquadrandola da un’altra angolazione, a mio avviso è anche più bella!

Riprendendo i portici e vedo il retro del duomo e la torre. Secondo il progetto iniziale la torre doveva essere in realtà più alta ma i Dogi non volevano che diventasse più alta del campanile di Venezia quindi rimase incompiuta.

Arrivata nella piazza Duomo spicca la facciata frontale della Cattedrale di San Pietro Apostolo, è davvero maestosa.

Peccato che c’è un sacco di gente davanti, all’interno si sta celebrando un matrimonio e gli amici degli sposi hanno ben pensato di avvolgere di carta igienica la macchina degli sposi! Non riesco a trattenermi dal dirgli: “preparatevi che quando escono vi manderanno a… quel paese” e loro ridendo rispondono “beh, tanto di carta igienica ne abbiamo“.

Entro nella Cattedrale e sono avvolta da una musica incantevole di violini.
Due signore stanno suonando per il matrimonio ed è davvero bellissimo avere questo dolce suono come sottofondo della mia visita.

Dopo aver visto le sontuose decorazioni delle cattedrali di Parma e Reggio Emilia San Pietro Apostolo mi pare un po’ spoglia ma “studiandola a fondo” noto dei particolari davvero belli e delle opere straordinarie. Mi lascia a bocca aperta la cappella del Malchiostro, dov’è posta una pala di Tiziano.

Seguite le linee prospettiche sul pavimento del dipinto e incontrerete anche il pittore in persona che spunta da dietro una colonna, dipinto in un autoritratto.

Mentre esco dalla cattedrale stanno uscendo anche gli sposi, faccio qualche scatto per immortalare questa coppia felice e ignara dello scherzo che li attende all’uscita….

A fianco al Duomo si trova il Battistero di San Giovanni, anche questo gremito di gente.
Sinceramente non so se si può entrare e visitarlo ma procedo oltre perché tra poco sarà sera e prima che faccia buio voglio visitare i canali.

Mi incammino per il Vicolo del Duomo, tramite un passaggio molto stretto che, con grandissima sorpresa, mi offre degli scorci molto suggestivi.

E arrivo in via Canoniche dove trovo un mosaico, o almeno ciò che ne rimane…

Tornando nella Piazza del Duomo, mi trovo a fronte alla Casa del Corno, un edificio in cui spiccano i colori rosso e giallo e viene ripetuto svariate volte lo stemma della famiglia Corno che lo abitava, uno scudo con un corno.

Passando accanto alle mura mi dispiace non poterci fare una passeggiata, ormai il tempo stringe e tra poco il sole tramonterà, ma sicuramente tornerò e visiterò tutto quello che non ho visto oggi!
Mi sposto alla Porta San Tommaso, la più importante della città e da qui partirà l’itinerario per visitare i canali.

Treviso è attraversata da vari canali e diversi ponti.
Seguo il Canale dei Buranelli incrociando degli scorci molto suggestivi e pittoreschi.

Inizialmente mi affido ad una mappa per orientarmi ma poi decido di camminare liberamente seguendo i canali per godermi meglio la visita.
Mi ritrovo a passeggiare tra palazzi colorati e fiori, sembra essere nel paese delle favole!
Raggiungo l’isola della pescheria, seguendo il canale Cagnan un’isola dove, da anni, si tiene il mercato del pesce, noto subito la statua della sirena nell’acqua.
È un luogo molto suggestivo e romantico, ci sono tanti locali da aperitivo.

Procedendo mi imbatto in vari mulini ad acqua ancora funzionanti.

Ora è calato il sole e le luci della città si riflettono nell’acqua, c’è una bellissima atmosfera e, nonostante ci sia tanta gente a passeggio la città è comunque rilassante e gioiosa.

Non mi lascio sfuggire nessuno scorcio, in particolare mi soffermo sul Ponte della Malvasia in cui si trova la scultura della Tuffatrice, una statua in bronzo dello scultore trevigiano Romano Costi.

Camminando per vicolo Buranelli mi imbatto in un dipinto sul muro che rappresenta l’ombra di due barche, decido di incorniciarlo tra due salici piangenti, alberi che si trovano frequentemente in questa città.

Ormai la luce è davvero poca, Treviso non è una città molto illuminata, decido quindi di incamminarmi a recuperare “bolide” e poi di tornare alla macchina…
Ed è qui che incontro Luigi, una delle persone speciali che, nemmeno a farlo apposta, in quasi tutti i miei viaggi incontro!
Luigi è una persona molto semplice, con le mie stesse idee e le mie stesse passioni, bastano poche parole e già ci capiamo come fossimo amici da sempre!
Ama la libertà, la natura, ha un bellissimo sogno nel cassetto e odia i legami e gli stereotipi della società, insomma ama ragionare con la propria testa e vivere ogni attimo come se fosse unico ed irripetibile.

Chiacchieriamo tanto e il tempo vola, purtroppo devo tornare a casa ma sicuramente tornerò in questa fantastica città e probabilmente in compagnia di Luigi, credo che abbiamo ancora tante cose da dirci e su cui confrontarci.

Tirando le somme di questa bellissima giornata posso dire che è di questo di cui ho bisogno, ritrovare me stessa attraverso le emozioni, la scoperta di nuovi luoghi e la conoscenza di “belle” persone senza vincoli ne legami. Oggi ho proprio fatto tante cose, e da sola!
Anzi no… ero con me stessa, la me stessa VERA, che non mi lascerà mai più sola.




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