Oggi è un grande giorno, farò un’esperienza che sogno da anni a cui tenevo davvero tanto. L’affronterò da sola, in compagnia solo dei miei pensieri e delle mie emozioni. Non ho paura anzi, so che ce la farò, sono già arrivata fino a qui e sono soddisfatta di me stessa, della mia forza, della mia energia e della mia voglia di vivere. Tutto è perfetto e nulla potrà rovinare questa mia esperienza. Affronterò la salita alle Tre Cime di Lavaredo fino al rifugio Locatelli, dove ho prenotato per la notte, e poi riscenderò domani, dopo aver fotografato il tramonto, il cielo stellato e l’alba da quel luogo magnifico.
Parto dal lago di Antorno, dove ho dormito la notte precedente.
All’alba, ad Antorno, c’è una gran quiete, mi siedo in riva al lago a fare colazione e con la pancia piena e carica di adrenalina preparo lo zaino per l’avventura: guanti, scaldacollo, piumino, pantaloni pesanti, felpa di lana, maglietta termica, maglietta di ricambio, borraccia per l’acqua, pranzo/cena/colazione e spuntini vari, sacco a pelo e logicamente attrezzatura fotografica.
Ho provato ad ottimizzare al massimo il peso ma sono abbastanza appesantita… speriamo la mia schiena non mi dia troppa noia!
Zaino in spalla sono pronta a partire quando….. nooooo, e le chiavi dell’auto dove le ho messe? Insomma, ve la faccio breve: svuoto tutto lo zaino per ben 3 volte e alla fine, dopo mezz’ora, le trovo nel baule della macchina sepolte sotto alla valigia…
Ho capito che le chiavi dell’auto me le devo proprio legare al collo!
Dopo questo contrattempo, alle 7.15 finalmente riesco a partire. Risalgo a piedi fino alla sbarra dove la strada diventa percorribile dalle auto solo a pagamento. È molto trafficata e c’è coda.
Purtroppo questo è un luogo molto turistico e se vuoi andare su in macchina fino al primo rifugio, l’Auronzo, devi pagare 30 euro di pedaggio e parcheggio (al giorno), alla faccia!
Io la faccio invece tutta a piedi risalendo per il sentiero 101 che trovo facilmente perché ben segnalato.
È un sentiero in mezzo al bosco, un po’ ripido ma fattibile, per arrivare all’Auronzo ci sono circa 500m di dislivello. Le mie gambe sono ok, è la schiena che mi dà un po’ fastidio per il peso dello zaino, salgo comunque con calma, non ho fretta, ogni tanto faccio qualche pausa per scaricare il peso e fare qualche foto.
ULTIMI ARTICOLI
- San Gimignano: Un tuffo nel passatoDopo essermi fatta forse, troppe aspettative sull’Abbazia di San Galgano (si veda post precedente) ed esserne rimasta un po’ delusa, assieme a Mauro ci dirigiamo a San Gimignano, dove alloggeremo per due notti al B&B Il Fienile.Devo imparare a farmi meno aspettative possibile! viaggiare, andare e scoprire le cose man …
- San Galgano: un passaggio verso il cieloÈ proprio vero che chi ti ama ti conosce a fondo!Mauro mi ha fatto un regalo fantastico per i miei 40 anni: un viaggio di tre giorni in Toscana. Un viaggio tra splendide colline in fiore, indimenticabili borghi da favola, albe, tramonti e panorami mozzafiato.Vi racconterò di questo viaggio in …
- Ero nato per volare. Il Museo della memoria di UsticaEntrare in questo luogo l’impatto è da subito molto forte; trovarsi in una grande sala di fronte ai resti dell’aereo DC9 abbattuto il 27 giugno 1980 mentre era in volo da Bologna verso Palermo, la famosa strage di Ustica. Il relitto se ne sta li, avvolto nel suo mistero, come …
Leggi tutto “Ero nato per volare. Il Museo della memoria di Ustica”
Dopo circa 2 ore di cammino arrivo al rifugio Auronzo, a 2.333m, la mia prima tappa, sono felicissima! Qui c’è davvero un sacco di gente e il panorama è molto bello. Dopo una breve sosta per riprendere fiato proseguo sul sentiero verso il rifugio Lavaredo. La camminata tra i due rifugi è semplice, tutta in piano, ecco perché c’è così tanta gente! Il panorama è però unico ed è un luogo davvero magico.
Arrivata al rifugio Lavaredo 2.344m, sono circa le 10.30, mi siedo un attimo tra le rocce per un breve spuntino e poi subito, carica di entusiasmo, riparto in direzione forcella Lavaredo.
Qui la salita si complica un po’ ma ne vale la pena, arrivata alla forcella a 2.454m, raggiungo infatti una visuale splendida sulle Dolomiti e sulle Tre Cime, sono senza parole e tanto emozionata da questa meraviglia.
Scorgo in lontananza la mia meta finale: Il rifugio Locatelli, è laggiù, lontano, ma lo vedo! il mio obbiettivo si sta avvicinando e il mio sogno si sta realizzando. Proseguo quindi sul sentiero in discesa, occorre fare attenzione perché è molto scivoloso, le pause fotografiche sono tante, è ormai mezzogiorno e la luce è abbastanza dura. Ultima salitella e finalmente, alle 12.20 arrivo al rifugio Locatelli a 2.450m. C’è caldo e la mia schiena chiede pietà ma sono arrivata! Sono stata bravissima e sono arrivata fino a qui con le mie forze, sono davvero soddisfatta di me stessa!
Mi guardo attorno e capisco di essere in un luogo unico, ora so perché viene considerato patrimonio dell’Unesco! Impossibile descrivere la tanta bellezza a parole; è un luogo da vedere coi propri occhi e vivere di persona perché è indescrivibile! Peccato che sia super affollato, soprattutto al rifugio dove i turisti si sono ammassati ai tavoli per pranzare e sulla terrazza panoramica.
Il sole brucia la pelle, cerco un posticino all’ombra per potermi fermare un attimo in attesa che la folla diminuisca e chiedere poi in rifugio per la camera.
Mi siedo e mi tolgo finalmente lo zaino e le scarpe, mi ci voleva! finalmente ora posso rilassarmi e distendere un po’ la schiena. Mangio con calma riso e tonno (come dicevo sono super organizzata anche con i pasti, tutti sottovuoto per alleggerire il carico).
Verso le 14 entro nel rifugio e domando per la camera, il check in è alle 15 ma posso lasciare in una scaffalatura qualcosa, per alleggerirmi del peso! Questa notizia mi rende molto felice, lascio tutto quello che posso e mi pare di rinascere!
Vado così alla scoperta del luogo, più che altro per capire quali postazioni posso sfruttare per le foto che farò nelle ore successive. Si è un po’ annuvolato ma va bene così perché almeno non mi cuocio sotto al sole.
Percorro un po’ i sentieri e mi perdo tra queste meraviglie, sono davvero in paradiso!
Dall’alto si vedono due laghetti molto suggestivi, qui sicuramente scatterò qualche foto all’alba.
Un signore con macchina fotografica, seduto una roccia, mi chiede in inglese se sto aspettando la luce tra una nuvola e l’altra. Facciamo due chiacchiere in inglese e ben presto capiamo che siamo entrambi italiani! Si chiama Giovanni.
Gli dico che rimarrò per la notte e anche lui decide di aggregarsi. Sono arrivate le 15 così andiamo al rifugio a fare il check in al rifugio, anche perché ho davvero bisogno di chiudere un po’ gli occhi prima della lunga nottata.
I letti sono disposti in camerate, ci sono una ventina di letti a castello per camerata, è un luogo davvero particolare, tutto in penombra, stile guerra.
Il pavimento in legno scricchiola ad ogni passo e c’è un bagno, in comune, per ogni piano. Ma già sapevo, non mi aspettavo di trovare una suite a 5 stelle 😊 anzi, così è anche più bello e avventuroso!
Mi sono portata il sacco a pelo ma sul letto ci sono due coperte, vabbè… l’ho portato per nulla ma pazienza…
Riposo un’oretta e verso le 17.30 arriva Giovanni che mi dice che il tempo sta peggiorando e preferisce scendere.
Sono dispiaciuta e guardo fuori dalla finestra (dall’unica finestrella della camerata) e per fortuna un qualche spiraglio di luce c’è, anche se in effetti è quasi tutto nuvoloso, ma sono fiduciosa! Sono sicura che tornerà il sereno!
Mi preparo per uscire dal rifugio quando conosco le mie “vicine di letto”, Cristina e Giuseppina e tra noi è subito empatia.
Sono due signore di Pordenone molto gentili, due bravissime persone, con tanta voglia di vivere, amanti della fotografia e della natura come me. Abbiamo tante cose in comune su cui chiacchierare e sono felicissima di averle incontrate. Penso che d’altronde in un luogo così bello sia impossibile non incontrare belle persone!
Esco dal rifugio in attesa del tramonto, ora sta piovigginando, finita la pioggia e uscito un raggio di sole risalgo un sentiero che mi porta su una montagnola. Da qui ho una visuale dall’alto, vedo il rifugio e il magnifico panorama circostante!
Finalmente non c’è più la folla di prima, tutti i turisti sono ridiscesi a valle e sono rimasti solo gli ospiti che dormiranno, come me, nel rifugio. Ora sembra tutto un altro mondo, finalmente assaporo la pace e il silenzio del luogo. Mi apposto con il cavalletto e la fotocamera e inizio a scattare, purtroppo ci sono ancora molte nuvole ma qualche raggio di sole, che a tratti fa capolino, mi permette di fotografare le tre cime con una bella luce che colora e riscalda il paesaggio.
Mentre il sole cala il cielo si annuvola completamente, decido così di incamminarmi per cenare e prepararmi per la nottata. Nella discesa incontro una ragazza sola, come me, con la sua macchina fotografica, mi parla in inglese e purtroppo non capisco bene quello che dice (non sono una cima in inglese!). Sono però felice di captare il suo entusiasmo e riconosco in lei l’adrenalina che sto provando anche io ad essere in questo magnifico luogo in solitaria, libera e spensierata.
Sta iniziando a tuonare quindi decido di continuare la discesa verso il rifugio, il sentiero è molto scivoloso e devo stare attenta. Appena scesa, giusto il tempo per due scatti alle nuvole temporalesche, inizia a piovere intensamente e devo correre al riparo sotto alla tettoia del rifugio. Qui ceno, in compagnia del vociare dei turisti (la maggior parte è straniera) che chiacchierano tra di loro. Mi piace stare qui, mentre fuori piove, non fa freddo e si sta davvero bene! Ben presto il temporale finisce e lascia il posto alle prime stelle…
Sono super carica e non vedo l’ora che faccia totalmente buio per vedere finalmente la Via Lattea.
In compagnia di Giusy e Cristina esco ben attrezzata (sia fotograficamente che come vestiario). Inizio a scattare appena compare nel cielo, prima debole e poi più marcata la strisciata della Via Lattea.
Ora è totalmente buio e il cielo è straordinario, mai viste così tante stelle! La Via Lattea si staglia tra le Tre cime e cielo e terra diventano una cosa unica. In questo scenario penso a quanto l’essere umano sia piccolo ed impotente rispetto a tutti quello che ha creato la natura. Non perdo tempo prezioso e scatto tantissime foto delle quali, già dall’anteprima in macchina, sono molto soddisfatta.
Mentre sulle Tre cime il cielo è completamente stellato, dalla parte opposta, sui laghetti di cui parlavo prima, ci sono delle nuvole temporalesche con lampi.
È davvero affascinante questa situazione, mi sembra di essere in un limbo tra inferno e paradiso.
Verso l’una di notte la Via Lattea si è spostata oltre le tre cime quindi faccio ritorno al rifugio in attesa dell’alba.
Alle 5 sono già in piedi e pronta per attendere la nascita del nuovo giorno.
E da qui l’attesa… un attesa nel silenzio della natura.
Anche altri turisti sono fuori dal rifugio ma stanno tutti in silenzio, si sente solo il ronzio di qualche drone e il canto degli uccellini che mi svolazzano accanto senza timore. Attendo…
Ci sono delle nuvole, devo aspettare che il sole salga maggiormente per vederlo in cielo, per questo l’attesa diventa davvero infinta, ma non ho fretta, quassù esiste solo la pace, il silenzio e comandano solo le leggi della natura, io devo solo adeguarmi e la fretta non è concepita.
Il sole che ormai è sorto dietro alle nuvole illumina già le cime circostanti di una timida luce fioca che via via vanno accendendosi in un’atmosfera da fiaba. Siamo tutti senza fiato e senza parole!
…E finalmente ecco il sole che esce dalle nuvole! Mi scalda il cuore e mi fa sorridere, che magnifico momento e che belle sensazioni! Un nuovo giorno qui, sulle tre cime di Lavaredo. La montagna, la fotografia, la natura, il silenzio, questo è davvero il mio mondo ideale.
Me lo ripeto, sto vivendo il mio sogno che finalmente dopo anni sono riuscita a realizzare, e da sola! Sono davvero stata brava!
Questi sono davvero gli attimi che danno soddisfazione nella vita, pochi istanti ma carichi di emozioni, attimi che poi ti ricordi per una vita intera e che restano indelebili nel tuo cuore.
Col sole ormai alto nel cielo il cui tepore inizia a scaldare la temperatura mi siedo a fare colazione di fronte alle tre cime, questo bellissimo scenario non lo scorderò mai!
Sono felice e rilassata e anche se so che ora mi aspetta il la camminata di ritorno alla macchina non sono preoccupata o triste.
Saluto le mie amiche di Pordenone con la promessa di rivederci nuovamente e di rimanere in contatto e mi incammino per il ritorno, sono quasi le 8.30.
Percorro un sentiero differente rispetto a quello dell’andata perché voglio passare per un laghetto e per la Malga Langrein che mi hanno detto essere molto caratteristica.
Il sentiero non è per nulla impegnativo e con meno peso nello zaino è tutto più facile!
Arrivo al laghetto nelle cui acque si rispecchiano le tre cime. È molto caratteristico e logicamente mi fermo per fare un po’ di foto.
Non so precisamente quanto tempo impiegherò per il ritorno quindi decido di proseguire, verso sera hanno previsto temporali e non mi voglio di certo trovarmi bloccata quassù. Dopo un po’ di camminata arrivo alla Malga Langrain, carina perché è affiancata da un ruscellino e come potrete immaginare immersa in un fantastico paesaggio.
Anche qui non mi fermo molto e proseguo per il sentiero e dopo poco mi ritrovo a costeggiare un bel laghetto la cui acqua ha una bellissima colorazione verde smeraldo. Proseguo ancora verso il rientro.
Sono quasi a valle e vedo il rifugio Auronzo, di li poi avrò solo un’oretta per arrivare alla macchina.
Ci sono molte persone che stanno salendo, sono quasi le 11 e mi chiedo se abbiano visto le previsioni meteo, se hanno l’intenzione di salire fino al Lavaredo probabile che si becchino l’acqua nella discesa. Comunque non me ne preoccupo troppo e proseguo per la mia strada.
Dall’Auronzo al lago di Antorno (dove ho parcheggiato la macchina), il sentiero mi pare infinito! È all’ombra nel bosco ma interminabile… Anche qui incontro persone che mi chiedono informazioni per salire, gli sconsiglio di andare perché è ormai mezzogiorno inoltrato e di andare la mattina successiva di buon’ora.
Vedo finalmente la macchina in lontananza, finalmente sono arrivata!
Sono quasi le 13, appoggio lo zaino, prendo il pranzo, attraverso la strada e mi butto sul prato sfinita, sono proprio a pezzi, ora posso fare la conta dei “danni” 😊 ho la schiena dolorante e i piedi bollenti (quelli non fanno male per fortuna!).
Quando mi sto per togliere le scarpe mi accorgo che ho dimenticato l’acqua in macchina, porca miserie mi devo rialzare!
Ultimo sforzo e finalmente riesco ad avere un po’ di meritato riposo. Dopo aver pranzato provo a chiudere gli occhi ma non riesco perché c’è molta gente che chiacchiera ad alta voce.
Rimango comunque distesa, per rilassare la schiena e per prepararmi psicologicamente per le 4 ore di macchina che devo farmi per il rientro a casa.
Qui ci sono sui 27 gradi ed è caldo, penso che a casa ci sono 40 gradi, non so se riuscirò a resistere! Mi balena l’idea di fermarmi solo un attimo a casa e ripartire per l’appennino Modenese dove ho una casa, almeno li posso rilassarmi un po’ al fresco, non saranno le alpi ma meglio di niente… Avrò però altre due ore di viaggio, (quindi, totale 6 ore!) Non sono comunque spaventata.
Sono le 14.30 e visto che si sta alzando anche del venticello (non vorrei fosse il preavviso del temporale) decido a malavoglia di mettermi in macchina e intraprendo il viaggio per il rientro.
Sono stanca ma felice, ho fatto tutto quello che mi ero prefissata ed è stato tutto più bello di quello che mi immaginavo, non posso che essere soddisfatta di me stessa, della mia organizzazione e della mia bella avventura. Se non fossi stata sola non mi sarei divertita così tanto, poco ma sicuro!
Il mio viaggio termina qui ma rimanete “sintonizzati” per scoprire le mie prossime avventure.